Avete mai desiderato tornare indietro nel tempo per scoprire come vivevano gli antichi romani ed essere parte degli usi e costumi di 2000 anni fa?
Se si, tuffatevi con noi in questa magnifica esperienza che vi consentirà di attraversare luoghi ricchi di storia e di ricostruire la vita quotidiana degli antichi abitanti di Pompei, i luoghi da loro più amati ed apprezzati, l’architettura ma anche la condizione di vita di donne e uomini, schiavi e liberti, patrizi e plebei, bambini e adulti
SITO: Viaggio giornaliero nella storia romana
DURATA: 2/3/4 ore
INGRESSI: 15,00€
ACCESSIBILIÀ DISABILI: Si
ITINERARI COMPATBILI: Vesuvio, Ercolano, Oplontis, Napoli, Boscoreale
La città fu fondata dagli Osci intorno al VII secolo a.C. Ben presto divenne città greca e poi etrusca.
Conquistata dai Sanniti divenne città italica con edifici pubblici e privati che ne rispecchiavano l’architettura.
Con l’arrivo dei Romani e la sconfitta dei Sanniti, Pompei mantenne la propria autonomia, le proprie istituzioni e la propria lingua.
Le condizioni mutarono con le guerre annibaliche e con la grande guerra sociale mossa dagli Italici contro Roma.
Pompei si batté per la sua indipendenza. Nell’89 a.C. Silla assediò ed occupò la città che pagò la ribellione con la perdita della libertà. Già dall’80 a.C. assunse il nome ufficiale di Colonia Venerea Cornelia Pompea. Il dittatore Silla lasciò il compito al nipote Sulla di attendere al nuovo ordinamento della città.
Un gran numero di veterani si era stanziato in città e nell’agro e conciliare alle esigenze dei conquistatori e dei conquistati non era un compito facile. Il processo di assimilazione fu però piuttosto rapido e Pompei iniziava ad assumere le caratteristiche di una città romana .
Nonostante tutto, restava un qualcosa del vecchio spirito italico. Nel 59 d.C., durante uno spettacolo all’anfiteatro, scoppiò una sanguinosa rissa fra Pompeiani e Nucerini presenti allo spettacolo. I Nucerini ebbero la peggio, furono massacrati e cacciati.
Nerone stesso riferì il fatto al Senato che sanzionò la città con la chiusura dell’anfiteatro per dieci anni.
Nel 62 d.C. fu colpita e gravemente danneggiata dal terremoto. Subito gli abitanti si affrettarono a ricostruirla, restaurando templi ed edifici pubblici ma anche le lussuose e
ricche case private.
Il 24 di agosto del 79 d.C., il Vesuvio si risvegliò all’improvviso.
Il monte, coperto dai vigneti e boschi, perse il suo aspetto pacifico con un grosso squarcio apertosi nella sua vetta.
Ceneri e lapilli coprirono il sole e poi caddero al suolo coprendo Pompei per sei sette metri d’altezza.
Plinio in giovane, che in quei giorni si trovava a Miseno presso lo zio ammiraglio, ci da una descrizione degli avvenimenti di quella eruzione in due lettere scritte a Tacito.
La maggior parte degli abitanti trovò la morte lungo il litorale e sulle vie che conducevano a Stabia e Nuceria.
I pochi rimasti, morirono nel vano tentativo di trovare riparo nei sotterranei delle case.
Anche Plinio il Vecchio, naturalista e prefetto romano, nel vano tentativo di portare aiuto ai fuggiaschi e studiare da vicino il fenomeno vulcanico, morì soffocato dai vapori e dalle ceneri che rendevano l’aria irrespirabile.
La vita della città si è interrotta ma non è stata distrutta e questo ci consente di avere un documento prezioso, una visione completa per poter cogliere anche i dettagli più intimi della vita pubblica e privata degli abitanti.